19 AGOSTO 2009: IL TORRENTE GORDANA A NOCE DI ZERI
Siamo tornati dopo quattro anni al torrente Gordana a Noce di Zeri. Quella volta con Roberto, Andrea e Conchy era stata una toccata e fuga, visto che nello stesso giorno eravamo andati anche alla cascata della Colombara.
Come ormai tradizione, Giovanni mi accompagna iin questa ennesima uscita lunigianese e nonostante le ultime due volte, al rio Cuccarello e alla cascata della Monia non fosse andato proprio tutto nel verso giusto.
Roberto ci ricorda come arrivare e la mattina alle 8 e mezza siamo in partenza. Dopo circa mezz'ora raggiungiamo Noce di Zeri e nei pressi del paese, dove sulla destra si alza un muraglione in cemento, lasciamo la macchina. Il sentiero parte dall'altra parte della strada, ma se quattro anni fa era bello pulito, adesso le erbacce la fanno da padrone, almeno nel primo tratto. Ricordo vagamente il sentiero in discesa e appena arrivati in una spianata, noto che la recinzione di filo spinato che la chiudeva ormai è lasciata al suo destino (probabilmente il motivo dell'incuria del sentiero).
Da qua però tutto cambia, il percorso fatto allora non esiste più e bisogna scendere direttamente nel torrente. Giovanni crea una strada, tra rovi, muretti a secco abbandonati e brusche discese. Nonostante tutto, iin poco tempo siamo nel greto del Gordana, all'altezza di un piccolo sbarramento d'acqua.
Scendiamo il torrente, Giovanni a piedi nudi, perchè le scarpe non se le porta mai e le ciabatte stavolta scivolano. In breve siamo all'inizio della parte più bella. Qua il Gordana si incassa nella vallata, non come a Giaredo, con alte pareti di roccia, ma più dolcemente, scendendo tra grossi sassi levigati e lisci, in piccole marmitte e pozze che si susseguono.
Lo spettacolo comincia nei pressi di una grossa roccia ribattezzata l'urlo del Gordana, per la somiglianza con le fattezze di un viso umano. Non c'è moltissima acqua e la discesa è più facile che la prima volta, anche se un po' meno suggestiva. Almeno si scivola molto meno, allora alla prima roccia Andrea ci aveva lasciato le unghie. Anche se è possibile scendere il torrente senza tuffarsi del tutto, l'acqua non è per niente fredda e ogni tanto evitiamo di salire lungo le sponde.
Ai lati le rocce di colore grigio sembrano prese da un paesaggio lunare e mosse dall'acqua.
Tra salti d'acqua e grandi rocce, (su cui Giovanni si arrampica, ma poi non riesce a scendere), il Gordana si fa strada poco a poco e tornare a pieno sole dopo una ventina di minuti. A un certo punto abbiamo divuto mollare la macchina fotografica, portata con noi non senza problemi: Rocce troppe scivolose e acqua alta.
Fantasticando sulla prossima avventura di percorrere il Gordana da qui fino agli stretti di Giaredo, torniamo sui nostri passi. Ormai è quasi mezzogiorno. A passo lento ci abbiamo messo un paio d'ore. Mitico Gordana!
Ed ecco il resoconto visuale completo:

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