IL TORRENTE GORDANA A NOCE DI ZERI

Partiamo una bella mattina soleggiata per Noce di Zeri, per fare una discesa del torrente Gordana. Con Andrea e Conchy, la nostra guida è Roberto, che si presenta con una corda in spalla. Un po’ intimoriti ci dice che è solo per casi di estrema necessità. Le scarpe da tennis sono obbligatorie. Ci dirigiamo allora verso Zeri, passando da Pontremoli e prendendo la SS36, un po’ accidentata, arriviamo in circa 25-30 minuti a Noce. Per arrivare al torrente bisogna parcheggiare appena prima di arrivare al paese (prima anche del ponticello sul Gordana), subito dopo una curva dove sulla sinistra scende un sentierino tra il guard-rail. Bisogna fare molta attenzione, non è facile incontrarlo. Una volta preso il sentierino si scende velocemente per cinque minuti (la salita al ritorno sono molti di più!) fino ad arrivare ad uno spiazzo dove si trova un campo di patate chiuso da un cancello. Si passa all’estremità del campo, facendo ben attenzione di non rovinare niente e si continua a scendere ancora per pochi minuti con alla sinistra abitazioni isolate abbandonate e una piccola fonte naturale.
Arrivati al greto del fiume, davanti a noi si vede il taglio della tecchia rossa di Zeri. Continuiamo tra i sassi per pochi metri e lasciamo zaini e asciugamani per proseguire nella discesa.

Il torrente adesso si restringe e il livello dell’acqua si alza. Subito all'inizio della discesa, l'acqua ci copre quasi interamente, sulla destra c'è una roccia molto liscia, Andrea prova a salire da lì, ma è troppo scivolosa e ci lascia le unghie. Roberto invece ce la fa. Io Conchy decidiamo di proseguire nell'acqua. A differenza degli stretti di Giaredo, qua sembra che ci sia una roccia unica che forma anche il letto del fiume. La corrente è un po' forte e Conchy decide di rimanere sotto la grande roccia all'inizio, a forma di orco, mentre noi scendiamo il torrente.
Conchy non ha le scarpe adatte e decide di fermarsi. Noi proseguiamo, Andrea e Roberto per le rocce, io nel letto del torrente, in un susseguirsi di pozze d'acqua, piccoli salti e cascatelle. In una di queste, ci guardiamo indietro e ci chiediamo se saremo poi capaci di risalire. Confidiamo nell'esperienza di Roberto e continuiamo ancora per un po'. Purtroppo non ho la macchina digitale con me, ma gli scorci sono bellissimi.
Decidiamo di tornare indietro e arrivati al punto di difficile risalita ci provo subito. L'acqua è alta un metro e la cascatella da superare circa 50 cm. È molto scivolosa e ci sono pochi appigli. Tasto continuamente i sassi e con grande sforzo sono quasi in cima. Mi manca però il piede d'appoggio e ricado scivolando, fortunatamente senza conseguenze. Dopo le immancabili risate (ricordo ad Andrea le unghie che ha lasciato sulla roccia ll'inizio), Roberto ce la fa a salire e poi ci aiuta facendo perno con il piede. Continuiamo allora la risalita, arrivati alla grande roccia, Roberto recupera la mia macchina fotografica, che avevo lasciato all'inizio attaccata a un ramo, non senza problemi. Riprendiamo Conchy e torniamo sui nostri passi fino alla macchina. L'ultima salita fino alla strada asfaltata spezza le gambe, ma dopo questa prima uscita ci riproponiamo di tornare ed arrivare fino alla diga sul Gordana.

Commenti

Lorenzo ha detto…
Bello!! Ci sono stato da piccolo..
Anonimo ha detto…
Questo posto è paradisiaco. E' pazzesco come abbiamo così dei bei paesaggi e la maggior parte di noi, che abitiamo nelle vicinanze non li conosciamo.
Sarà sicuramente la mia prossima meta anche se so già che mi sperderò :p
Anonimo ha detto…
qualcuno è arrivato alla diga, partendo da Noce o da Giaredo ???
grazie ciao
Terre di Lunigiana ha detto…
Alcuni miei amici sono arrivati sotto la diga partendo dagli stretti di Giaredo. Ci si dovrebbe mettere un paio d'ore (sola andata) o un po' di meno.

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