LE MARMITTE DEI GIGANTI
In una bella giornata di fine giugno, Andrea, Giovanni e io partiamo per trovare le Marmitte dei Giganti del torrente Mommio, bellissime e poco conosciute forme di erosione fluviale di alcuni metri di profondità e larghezza scavate dall’acqua.
Seguiamo la strada SS63 del Cerreto verso Fivizzano. Senza entrare nel paese continuiamo verso il borgo della Verrucola, con il bellissimo castello (a destra),
dietro il quale s’intravede la pieve di Pognana. Dopo alcuni minuti sulla stessa strada e molte curve, arriviamo a Mommio e chiediamo informazioni ad un ragazzo. Con la faccia un po’ sorpresa e corrucciata (ci spaventiamo un po’), ci consiglia di seguire le indicazioni per l’agriturismo Restì, prendere una strada sterrata alla fine del paese, nonostante un divieto d’accesso, “non vi preoccupate, voi andate avanti” dice…, e poi richiedere all’agriturismo. Gli diamo retta, attraversiamo il paese e prendiamo la strada sterrata, praticabile in macchina ma un po’ difficoltosa (incominciamo a capire perchè il ragazzo aveva fatto quella faccia), che si percorre a passo d’uomo per una decina di minuti.
Arrivati all’agriturismo Restì, molto caratteristico e ben curato, con anche un laghetto per la pesca sportiva, parcheggiamo la macchina e ci guardiamo intorno godendoci il bel panorama delle Alpi di Mommio (in basso).
Ci guardiamo anche faccia, non c’è nessuno a cui chiedere. Dove dobbiamo andare adesso? Facciamo subito due errori: Giovanni è in ciabatte, io anche, ma ho le scarpe in macchina e Andrea pure, ma andiamo tutti in ciabatte. Ce ne pentiremo. Secondo errore: seguiamo una stradina che parte dal parcheggio (questa NON è il percorso esatto) e arriviamo in pochi minuti al torrente.
Si scende o si risale? Lasciamo la decisione nelle mani dell’esperto Giovanni (“le rocce grandi di solito sono a monte” dice saggiamente) e risaliamo per cercare le Marmitte. Due notizie sul torrente: il Mommio nasce dalla Cima Belfiore a 1810 mt d’altezza, è un affluente di sinistra del torrente Rosaro e riceve a sua volta le acque del torrente Fusicchio da destra. Dopo circa 15-20 minuti di facile e bella risalita, il paesaggio cambia leggermente, Giovanni aveva ragione. I piccoli sassi lasciano spazio a formazioni di dura roccia e subito appare la prima cascatella delle Marmitte dei Giganti.
L’acqua è molto fredda, ma ci facciamo comunque un bagno nella piccola vasca. Vogliamo però vedere completamente le Marmitte e saliamo sulla destra con una breve, ma pericolosa scalata che sconsiglio assolutamente. Giovanni sale come un gatto, Andrea è un po’ titubante, io sono preoccupato e pensieroso. Ci sono solo un paio d’alberi dove appoggiarsi e tra un tronco e l’altro si ha tempo di pensare molto…
Dall’alto ammiriamo la marmitta superiore. Si vede benissimo il piccolo solco scavato dal torrente nella roccia (sotto a destra).
Decidiamo scendere ovviamente e anche qua non senza poche difficoltà. Quando iniziamo a congelarci nell’acqua tentiamo la risalita che si rivela tutta un’esperienza. Ci sono due punti da superare: una cascatella resa scivolosa dalla melma accumulata e con pochi appigli e dopo, dentro il piccolo solco, i due metri di roccia da superare per salire sulla sinistra, anche qua con pochi appigli, ma abbastanza asciutto. Giovanni sale come uno scoiattolo e ci aspetta già. Tocca ad Andrea, che supera agilmente la prima cascatella e si avventura nella seconda scalata. Quasi arrivato, un piede perde l’appoggio e la caduta è molto scenica, terminando come in uno scivolo quasi fino in fondo al solco. Fortunatamente non si è fatto niente. Io ho dei problemi con la prima cascatella, non riesco a trovare appigli e rimango un po’ nella terra di nessuno. Con un agile scatto mi lancio verso l’alto, ma rimango fermo, con l’acqua della prima cascatella che mi entra in bocca fino a quando non riesco ad alzare la testa. La mia sete almeno è stata soddisfatta. Giovanni viene in soccorso e mi dà letteralmente una mano. La seconda parte la supero senza problemi. Ci facciamo due risate prevedendo le rispettive preseper il culo successive...
Felici e contenti, ce l’abbiamo fatta. Non torniamo sui nostri passi, ma proseguiamo la risalita del torrente arrivando in pochi minuti ad un ponte di legno.
Qui usciamo dal letto del fiume e prendiamo a sinistra una stradina che costeggia una rete metallica fino ad una porta di legno che rientra vicino all’agriturismo dietro il laghetto di pesca sportiva. Ci accorgiamo, vicino ai segnali del Trekking Lunigiana che indicano le Marmitte, di aver sbagliato copletamente strada all’inizio.
Da qua si gode infatti la più bella vista delle Marmitte dei Giganti ed è facilissimo arrivarci costeggiando il laghetto ed entrando dalla porticina di legno per poi arrivare al ponte di legno e poi a destra lungo il torrente fino ad arrivare alle Marmitte.Ormai lo abbiamo fatto, torniamo verso la macchina ed incontriamo anche il padrone dell’agriturismo che ci dice che a volte la porticina è chiusa, sismo stati fortunati…
In una bella giornata di fine giugno, Andrea, Giovanni e io partiamo per trovare le Marmitte dei Giganti del torrente Mommio, bellissime e poco conosciute forme di erosione fluviale di alcuni metri di profondità e larghezza scavate dall’acqua.
Seguiamo la strada SS63 del Cerreto verso Fivizzano. Senza entrare nel paese continuiamo verso il borgo della Verrucola, con il bellissimo castello (a destra),
dietro il quale s’intravede la pieve di Pognana. Dopo alcuni minuti sulla stessa strada e molte curve, arriviamo a Mommio e chiediamo informazioni ad un ragazzo. Con la faccia un po’ sorpresa e corrucciata (ci spaventiamo un po’), ci consiglia di seguire le indicazioni per l’agriturismo Restì, prendere una strada sterrata alla fine del paese, nonostante un divieto d’accesso, “non vi preoccupate, voi andate avanti” dice…, e poi richiedere all’agriturismo. Gli diamo retta, attraversiamo il paese e prendiamo la strada sterrata, praticabile in macchina ma un po’ difficoltosa (incominciamo a capire perchè il ragazzo aveva fatto quella faccia), che si percorre a passo d’uomo per una decina di minuti.
Arrivati all’agriturismo Restì, molto caratteristico e ben curato, con anche un laghetto per la pesca sportiva, parcheggiamo la macchina e ci guardiamo intorno godendoci il bel panorama delle Alpi di Mommio (in basso).
Ci guardiamo anche faccia, non c’è nessuno a cui chiedere. Dove dobbiamo andare adesso? Facciamo subito due errori: Giovanni è in ciabatte, io anche, ma ho le scarpe in macchina e Andrea pure, ma andiamo tutti in ciabatte. Ce ne pentiremo. Secondo errore: seguiamo una stradina che parte dal parcheggio (questa NON è il percorso esatto) e arriviamo in pochi minuti al torrente.
Si scende o si risale? Lasciamo la decisione nelle mani dell’esperto Giovanni (“le rocce grandi di solito sono a monte” dice saggiamente) e risaliamo per cercare le Marmitte. Due notizie sul torrente: il Mommio nasce dalla Cima Belfiore a 1810 mt d’altezza, è un affluente di sinistra del torrente Rosaro e riceve a sua volta le acque del torrente Fusicchio da destra. Dopo circa 15-20 minuti di facile e bella risalita, il paesaggio cambia leggermente, Giovanni aveva ragione. I piccoli sassi lasciano spazio a formazioni di dura roccia e subito appare la prima cascatella delle Marmitte dei Giganti.
L’acqua è molto fredda, ma ci facciamo comunque un bagno nella piccola vasca. Vogliamo però vedere completamente le Marmitte e saliamo sulla destra con una breve, ma pericolosa scalata che sconsiglio assolutamente. Giovanni sale come un gatto, Andrea è un po’ titubante, io sono preoccupato e pensieroso. Ci sono solo un paio d’alberi dove appoggiarsi e tra un tronco e l’altro si ha tempo di pensare molto…
Dall’alto ammiriamo la marmitta superiore. Si vede benissimo il piccolo solco scavato dal torrente nella roccia (sotto a destra).
Decidiamo scendere ovviamente e anche qua non senza poche difficoltà. Quando iniziamo a congelarci nell’acqua tentiamo la risalita che si rivela tutta un’esperienza. Ci sono due punti da superare: una cascatella resa scivolosa dalla melma accumulata e con pochi appigli e dopo, dentro il piccolo solco, i due metri di roccia da superare per salire sulla sinistra, anche qua con pochi appigli, ma abbastanza asciutto. Giovanni sale come uno scoiattolo e ci aspetta già. Tocca ad Andrea, che supera agilmente la prima cascatella e si avventura nella seconda scalata. Quasi arrivato, un piede perde l’appoggio e la caduta è molto scenica, terminando come in uno scivolo quasi fino in fondo al solco. Fortunatamente non si è fatto niente. Io ho dei problemi con la prima cascatella, non riesco a trovare appigli e rimango un po’ nella terra di nessuno. Con un agile scatto mi lancio verso l’alto, ma rimango fermo, con l’acqua della prima cascatella che mi entra in bocca fino a quando non riesco ad alzare la testa. La mia sete almeno è stata soddisfatta. Giovanni viene in soccorso e mi dà letteralmente una mano. La seconda parte la supero senza problemi. Ci facciamo due risate prevedendo le rispettive preseper il culo successive...
Felici e contenti, ce l’abbiamo fatta. Non torniamo sui nostri passi, ma proseguiamo la risalita del torrente arrivando in pochi minuti ad un ponte di legno.
Qui usciamo dal letto del fiume e prendiamo a sinistra una stradina che costeggia una rete metallica fino ad una porta di legno che rientra vicino all’agriturismo dietro il laghetto di pesca sportiva. Ci accorgiamo, vicino ai segnali del Trekking Lunigiana che indicano le Marmitte, di aver sbagliato copletamente strada all’inizio.
Da qua si gode infatti la più bella vista delle Marmitte dei Giganti ed è facilissimo arrivarci costeggiando il laghetto ed entrando dalla porticina di legno per poi arrivare al ponte di legno e poi a destra lungo il torrente fino ad arrivare alle Marmitte.Ormai lo abbiamo fatto, torniamo verso la macchina ed incontriamo anche il padrone dell’agriturismo che ci dice che a volte la porticina è chiusa, sismo stati fortunati…
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