27 APRILE 2012: LE TERRE DEL PIOERO
Finalmente dopo tanti anni, eccoci in direzione del Pioero, quella parte della valle del Lucido che raggruppa una dozzina di borghi dipendenti dalla pieve di San Martino di Viano. Da qui il nome, da piviere a Pioero, o almeno così ho letto da qualche parte. Risaliamo prima la valle del Bardine da Canova verso Ceserano e quindi Colla. Prima tappa per questo bel borgo affacciato sulla valle, immerso nel verde secondo la più classica delle definizioni. Un signore ci chiede se siamo delle belle arti, iniziamo così a parlare e ci racconta che Colla sta resistendo allo spopolamento dei borghi lunigianesi, l'immigrazione è una ragione, sentiamo lingue straniere qua e là tra le viuzze che scendono alla chiesa, maestosa a dominio della valle. Forse qui c'era una qualche torre d'avvistamento? A Colla c'è anche un bar, appena dopo il comodo parcheggio. Lasciamo il borgo proseguendo verso il Pioero, attenzione a distrarsi, la vista di Colla dalla strada è stupenda. Incontriamo il piccolo abitato di Maglietola e poi eccoci nella valle del Lucido, con i panorami sulle Apuane e una miriade di borghi da riconoscere. Ci fermiamo a Gallogna, paese semiabbandonato che nasconde alla fine, tra le case diroccate la chiesa sulla valle. Poi Corsano, paese formato da una via lambita da case in pietra. Facciamo diversi incontri, il primo ci chiede ovviamente chi siamo e cosa facciamo, manca che ci chiede "un fiorino". Dopo le presentazioni, scopriamo che ha lavorato una vita a Spezia con il padre di un nostro amico. Momento strappalacrime, ci raccomanda di salutarlo e la sera stessa ottemperiamo al nostro dovere portando i saluti di "Fiscet del Muggiano".
In fondo al paese, parliamo con un anziano seduto a prendere il fresco, ricorda i bei tempi del borgo, ora poche persone e poco da fare, se non qualche vigna, ma anche il lavoro nei campi vale poco la pena. Ora di salutare e continuare verso Campiglione, qua le case sono cresciute ai bordi della strada e il borgo vecchio è proprio nascosto. Troviamo più gente che ci scruta, un signore anziano ci invita a vedere il panorama di Viano, ci racconta delle famiglie più importanti e snocciola i dodici paesi del Pioero come una litania. Saliamo adesso verso Vezzanello, appena sopra Campiglione, allungato sulla collina come tanti paesi lunigianesi, un oratorio nel mezzo e cartelli di "Vendesi" qua e là. Nessun incontro.
Ed eccoci finalmente alla meta della nostra gita, come direbbe la Settimana Enigmistica: Viano. Saliamo stancamente, per modo di dire, siamo in macchina, le poche curve che ci separano dalla torre. Grata sorpresa, circolino Acli aperto, anzi, in fermento per la festa del Primo Maggio. Facciamo due discorsi con la signora al bar, appesi alle pareti quadri del borgo con la torre in bella vista. Il paese è poco sotto, preceduto da una porta d'accesso monumentale, lo percorriamo seguendone l'andamento concentrico, da sotto l'oratorio di San Biagio e sbuchiamo poi nello spiazzo davanti alla torre. Lasciamo allora il paese e scendiamo alla maestosa Pieve di San Martino di Viano, complice il tramonto che arriva ci sediamo ad ammirarla e stiamo un po' così, senza parlare.
Ora di ritornare, prossimamente passeremo dal resto del Pioero: Terma, Colognola, Lorano, Isolano e Pian di Molino.
IL TORRENTE GORDANA A NOCE DI ZERI Partiamo una bella mattina soleggiata per Noce di Zeri, per fare una discesa del torrente Gordana. Con Andrea e Conchy, la nostra guida è Roberto, che si presenta con una corda in spalla. Un po’ intimoriti ci dice che è solo per casi di estrema necessità. Le scarpe da tennis sono obbligatorie. Ci dirigiamo allora verso Zeri, passando da Pontremoli e prendendo la SS36, un po’ accidentata, arriviamo in circa 25-30 minuti a Noce. Per arrivare al torrente bisogna parcheggiare appena prima di arrivare al paese (prima anche del ponticello sul Gordana), subito dopo una curva dove sulla sinistra scende un sentierino tra il guard-rail. Bisogna fare molta attenzione, non è facile incontrarlo. Una volta preso il sentierino si scende velocemente per cinque minuti (la salita al ritorno sono molti di più!) fino ad arrivare ad uno spiazzo dove si trova un campo di patate chiuso da un cancello. Si passa all’estremità del campo, facendo ben attenzione di non rovinare ...
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