25 GIUGNO 2011: VALLE DELL'OSCA, TRESANA
Comune di Tresana, ma quante frazioni hai? Quando iniziai con Terre di Lunigiana, nell'ormai lontano 2005, oltre a Barbarasco e a Tresana, trovai qua e là (poche) informazioni su Giovagallo, Villa di Tresana e Riccò. Adesso non mi ci raccapezzo più con tante località.
La prima volta da queste parti, dopo il ponte per Barbarasco, incauti, prendemmo per Montedivalli, non sapendo cosa ci aspettava, dopo Tassonarla, Riccò e Novegigola, cominciammo a preoccuparci dopo aver visto il mare da lontano... Un paio di anni dopo fu la volta di Tavella, Pietrasalta, Giovagallo e Bola, tornando da Groppo e Fontanedo. Da queste parti succede una cosa strana, sembrano borghi molto grandi da lontano, ben strutturati sulla collina con case imponenti, poi una volta lì, lungo la strada principale, si trova solo una strada parallela, mah... Poco tempo fa, dalle parti di Riccò un signore ci avvisò che Riccò non esisteva come borgo, così come Novegigola, insomma, una bella confusione. Nello stesso giorno passammo da Corneda e Popetto.
Stavolta, continuando la scoperta del tresanese, da Barbarasco, abbiamo preso Catizzola e Lorenzana. La prima sono poche case lungo la strada, con una chiesetta all'ingresso del paese, che, grazie a un suggerimento via Facebook, dovrebbe essere dedicata a San Remigio, con davanti una bella statua bianchissima in onore ai caduti della prima guerra mondiale; la seconda, pure... ma in questo caso abbiamo avuto una mezza disavventura con la macchina arrivando nei pressi della chiesa, marcia indietro un po' complicata e ci siamo ripromessi di ritornarci.
Poi è cominciata la risalita verso la valle dell'Osca, dopo Tresana, su su, fino a Villa di Tresana. Davanti alla chiesa dalla facciata rossastra ci saluta una signora in francese. Dietro il cimitero la strada porta al piccolo spiazzo con un circolo arci chiuso e una corte ben tenuta. Davanti, dall'altre parte della piccola valle, le tre borgate di Camporella, Ortigaro e Pera. Il castello è in fondo in fondo alla strada, ci ritorneremo. Fantasia toponimica lunigianese. Non incontriamo nessun altro e proseguiamo per Villecchia, grappolo di case, che, come si leggerebbe in qualche guida, si trova "completamente immerso nel verde", come d'altronde tutti i paesi vicini. Ammetto che Villecchia mi è proprio piaciuta: ben tenuta e curata, non ho visto case diroccate, pure una casa vacanza, Casa Nirvana, per trovare il paradiso qui. Borgo in galleria, portali, passaggi voltati, labirinto di viette: borgo lunigianese per riassumere. Tornando indietro, sosta obbligata al bar trattoria Lo Scoiattolo, che si trova davanti a un piccolo oratorio, per rifollacillarci brevemente e via per l'altro lato della valle. Su e giù fino a Pera, dove forse una volta c'era un bar o una posta o altro. C'è un vecchio cartello telefonico, con accanto appese una fila di pannocchie. Nella via che sale, una casa è affrescata con un quadro della Madonna, sorprese lunigianesi. Sotto il paese c'è il santuario della Madonna del Canale. Narra la leggenda che i paesani non si mettessero d'accordo se costruirlo al di qua o al di là del suddetto canale. Lasciarono i mattoni e tutto il resto da questa parte e nottetempo, uno che voleva si costruisse dall'altra parte, li spostò... Miracolo! E il santuario si costruì dove lo ammiriamo oggi.
Il programma prevedeva anche Camporella e Ortigaro, ma non riuscendo a parcheggiare a Ortigaro per l'ora punta, abbiamo anche sbagliato strada e siamo rispuntati nei pressi di Bola e da lì siamo scesi verso la Val di Magra. È balenata l'idea di andare fino a Calice al Cornoviglio, ma subito affossata, ma la strada è aperta poi?
Quindi, prossimamente, il nuovo tour di Tresana sarà simile: visita di Camporella e Ortigaro nella valle dell'Osca; Groppo e Fontanedo in quella del Penolo; Bottria, Serrapiana e Careggia tra le due valli. E chi più ne ha più ne metta!

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Grazie tanto per questo. Terre di Lunigiana e un capolavoro.

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