3 GENNAIO 2011: DA LEVANTO ALLE CINQUE TERRE
Giornata un po' grigia e gelida in alta Lunigiana, perchè non tentare la
fortuna verso il mare? Le temperature lungo l'A12 rimangono però basse e
all'uscita del casello di Carrodano-Levanto il cielo rimane chiuso. Con
lunghe curve scendiamo verso Levanto, circondati da colline di ulivi e
borghi, afflitti anche qua da interruzioni per strada franate causa
maltempo. Una breve sosta a Montale, per vedere la bella pieve di Ceula e
poi giù fino alla cosiddetta porta delle Cinque Terre.
Parcheggio sul lungomare, pochissima gente in giro, qualche persona in
spiaggia a prendere un po' di vento. Ci dirigiamo verso il centro storico,
ma quante enoteche e vinerie ci sono a Levanto? Dalla loggia medievale
saliamo verso la chiesa, con il facciata bicroma e il rosone gotico, così
simile ad altre delle Cinque Terre. Tutto intorno le mura di Levanto e il
castello in alto, che più che vedere, intuiamo. Riscendendo ci fermiamo in
un bar a prendere qualcosa, il tempo di vedere un turista inglese litigare
con l'italiano chiedendo qualcosa al barista.
Siamo ancora davanti alla loggia. Risaliamo verso l'oratorio e la torre
dell'orologio... ma all'orologio non ci arriviamo, dove ci saremo persi?
Giù verso l'ex convento delle Clarisse dove si trova che il comune, che dal
dietro sembra in rovina, mentre dalla piazza è una meraviglia. Fare foto
con questo tempo non è proprio stimolante, torniamo allora alla macchina e
prendiamo per la via delle Cinque Terre, salendo verso i borghi di Levanto
e superando Soviore. Vogliamo vedere il Santuario di Nostra Signora della
Salute di Vernazza, sbagliamo una volta strada, ma alla fine ci arriviamo.
Isolato tra gli alberi, con Vernazza sotto di noi, ecco il santuario, che
dà dietro sembra avere anche un convento annesso. La facciata è forse meno
caratteristica degli altri santuari delle Cinque Terre, ma la zona è
affascinante, completamente isolata, con la sera che sta diventando notte.
Da qui è una lunga sequenza di curve fino al bivio di San Bernardino, con
parti di strada franata, fino alla più sicura litoranea, passando Volastra,
Groppo, Manarola e Riomaggiore. Adesso manca il santuario di Montenero.
Giornata un po' grigia e gelida in alta Lunigiana, perchè non tentare la
fortuna verso il mare? Le temperature lungo l'A12 rimangono però basse e
all'uscita del casello di Carrodano-Levanto il cielo rimane chiuso. Con
lunghe curve scendiamo verso Levanto, circondati da colline di ulivi e
borghi, afflitti anche qua da interruzioni per strada franate causa
maltempo. Una breve sosta a Montale, per vedere la bella pieve di Ceula e
poi giù fino alla cosiddetta porta delle Cinque Terre.
Parcheggio sul lungomare, pochissima gente in giro, qualche persona in
spiaggia a prendere un po' di vento. Ci dirigiamo verso il centro storico,
ma quante enoteche e vinerie ci sono a Levanto? Dalla loggia medievale
saliamo verso la chiesa, con il facciata bicroma e il rosone gotico, così
simile ad altre delle Cinque Terre. Tutto intorno le mura di Levanto e il
castello in alto, che più che vedere, intuiamo. Riscendendo ci fermiamo in
un bar a prendere qualcosa, il tempo di vedere un turista inglese litigare
con l'italiano chiedendo qualcosa al barista.
Siamo ancora davanti alla loggia. Risaliamo verso l'oratorio e la torre
dell'orologio... ma all'orologio non ci arriviamo, dove ci saremo persi?
Giù verso l'ex convento delle Clarisse dove si trova che il comune, che dal
dietro sembra in rovina, mentre dalla piazza è una meraviglia. Fare foto
con questo tempo non è proprio stimolante, torniamo allora alla macchina e
prendiamo per la via delle Cinque Terre, salendo verso i borghi di Levanto
e superando Soviore. Vogliamo vedere il Santuario di Nostra Signora della
Salute di Vernazza, sbagliamo una volta strada, ma alla fine ci arriviamo.
Isolato tra gli alberi, con Vernazza sotto di noi, ecco il santuario, che
dà dietro sembra avere anche un convento annesso. La facciata è forse meno
caratteristica degli altri santuari delle Cinque Terre, ma la zona è
affascinante, completamente isolata, con la sera che sta diventando notte.
Da qui è una lunga sequenza di curve fino al bivio di San Bernardino, con
parti di strada franata, fino alla più sicura litoranea, passando Volastra,
Groppo, Manarola e Riomaggiore. Adesso manca il santuario di Montenero.
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