13 AGOSTO 2010: GIROVAGANDO PER TRESANA
Sono particolari i borghi che formano il comune di Tresana. Il centro principale è Barbarasco, sede comunale, che si allunga di fronte al fiume Magra. Noi scegliamo la valle del Penolo, in quella zona che prende principalmente il nome di Riccò. Ammetto che non lo sapevo, Riccò non esiste! O meglio, c'è la chiesa e le poche volte che ci ero capitato, mi chiedevo dove si trovasse il paese: mistero svelato da un uomo di Cercò. Ma facciamo un passo indietro.
Il giorno è afoso, tipico di quando il sole non spunta del tutto e ci sono parecchie nuvole. La gita era programmata per avere un'idea più chiara dei paesi di Tresana. Breve tappa a Tassonarla (non so perchè pensavo fosse un paesone), una visita senza infamia e senza lode tra le poche vie e il santuario della Madonna del Cucito, costruzione recente e seminascosta assolutamente da evitare. Proseguendo verso Cercò, parcheggiamo con difficoltà all'inizio del paese. Due anziani ci guardano oziosi, salutiamo e ci chiedono chi siamo. Rispondiamo con un "ci piace girare un po' tra piccoli borghi e fare qualche foto". "Ma perchè non vendete qualche casa qua e portate un po' di gente?" La domanda ci lascia spiazzati. C'è un oratorio a Cercò, ci dicono, ma non si può visitare, neanche vedere esternamente. Non capiamo bene e richiediamo. L'oratorio si deve trovare dentro una casa privata o qualcosa di simile, ci mettiamo poco a girare il borgo, vediamo qualche maestà, portali in pietra. Torniamo e i due signori sono adesso sette o otto. Casualità? Altro scambio di battute, ci guardano un po' come marziani a dire il vero, e qua chiediamo dove si trova Riccò. Uno dei signori ci dice: "Riccò non esiste, è come Zeri, come Novegigola". Svelato l'arcano! Salutiamo, ci ridicono di vendere case e torniamo sui nostri passi verso Barbarasco, destino Corneda.
Qua non troviamo nessuno, parcheggiamo anche comodamente appena sotto, la strada nasconde un borgo che vuole rinascere. Corneda si sviluppa in una strada parallela, alcune case in ristrutturazione, un portale con un fregio curioso di animali, detti dialettali appesi qua e là e anche una ricetta di torta d'erbi. C'è una chiesa, chiusa e poi più in alto case diroccate. Sentiamo una voce di donna esercitarsi cantando musica lirica.
Saliamo poi verso il castello di Tresana, dove un suddito birbante coniava false monete in assenza del marchese Malaspina. Siamo però di passaggio, il castello è chiuso e cintato, direzione Popetto. Anche in Danimanrca è famoso Popetto, ha pure una pagina web: www.popetto.dk. Tutto fa brodo per far conoscere la Lunigiana. All'ingresso del borgo si staglia la statua di padre Giocondo Lorgna, che molti qua vorrebbero santo, fondatore delle Suore Domenicane della Beata Imelda. Belle sono le maestà in giro per il borgo, in particolare una nei pressi della casa natale del prete domenicano. Pietra di Lunigiana ovunque, nelle due vie che circondano il borgo.
Riassumendo, oltre a scoprire un altro pezzo di Lunigiana, adesso sappiamo che il paese di Riccò non esiste.

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