14 AGOSTO 2010: VALLE DI ROSSANO: CASTOGLIO, MONTELAMA E LA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Tempo da lupi il 14 agosto, ma il giorno prima ci eravamo ormai messi d’accordo e la mattina era nuvolosa, ma non pioveva ancora. L’idea era di risalire in parte un torrente, il Caprio o verso Pontremoli. Il meteo ci consiglia di rimandare il ad altra data. Con Matteo, facciamo prima una capatina a Scorcetoli, in località San Bartolomeo, per vedere un antico ponte sull’Orzanella. L’idea ci viene dopo aver visto giorni prima alla festa dei Donatori di Filattiera, fotografie di antichi ponti filattieresi, oggi non più usati per il transito, a volte in rovina, ma comunque maestosi. In poco tempo ci siamo e dal basso il ponte si presenta massiccio. Era usato come collegamento tra San Bartolomeo e Monteluscio, all’interno di una proprietà dei Dosi di Pontremoli e poi delle famiglie Cattini e Cimati. Per arrivarci entriamo infatti in un podere privato e scendiamo poi nel torrente. Dal basso si apprezza la sua struttura possente, anche se manca un parapetto. È comunque percorribile, ma… non porta da nessuna parte.
All’improvviso ci raggiunge anche Simone, in precarie condizioni di salute e decidiamo di andare verso la valle di Rossano. C’eravamo stati con Gabriele a gennaio, tra Piagna, Chiesa, Paretola e la cascata della Colombara. L’idea è di vedere gli altri borghi, ma comincia a piovere letteralmente a dirotto non appena iniziamo la salita a Pontremoli. Comunque fiduciosi, continuiamo sperando in qualche chiaro che si vede più in alto. Arrivati a Castoglio, sembra abbia smesso di piovere, ma ricomincia subito. “Tipico tempo lunigianese” ci ripetiamo, vediamo il borgo quasi di sfuggita, tra un edificio imponente, casa Mori e l’oratorio, sotto la cui tettoria ci ripariamo per un po’. Siccome non smette, prendiamo a corsa e ci rifugiamo in macchina tra la solitudine delle case in pietra. Da qua scendiamo verso Chiesa e prendiamo a destra per Montelama e Chioso. Riusciamo a sbagliare strada e sbuchiamo su quella che porta a Noce, torniamo sui nostri passi, ma Chioso non lo vediamo e arriviamo direttamente a Montelama, paese di maghi secondo la leggenda. Avvicinandoci lo ammiriamo avvolto dalle nuvole basse, tra il verde rigoglioso dei monti. Lasciamo la macchina accanto a quello che doveva essere il bar o la posta del paese, c’è ancora un segnale del telefono affisso. Sono poche case disposte attorno all’oratorio, anche qua pietre di fiume e piagne a picco sulla vallata del torrente Teglia. Incontriamo un uomo che ci guarda un po’ così, poi ci dice che il paese ormai è spopolato, ma una volta le case erano tutte ben tenute. Anche qua ci coglie l’acqua impertettita, salutiamo e facciamo un giro veloce, osservando le nuvole salire dalla valle del Teglia e mangiando succosissimi fichi presi da una pianta, che sembrava ci chiedesse di alleviarla dal carico di frutti maturi. Chioso non lo troviamo e basta e scendendo verso Chiesa di Rossano ecco la chiesa di San Giovanni Battista, bella e isolata tra i prati, dove pascolano indifferenti alcuni agnelli. Sembra di tornare indietro nel tempo con l’acquazzone, come in quel film di Benigni e Troisi. Ci diamo per vinti, il temporale ci ha sopraffatti, torniamo passando da Valle e ammirando poi da lontano tutta la valle di Rossano, minacciata da una nuvola a forma di artiglio che semra volere graffiarla.

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