Festa della Fame e della Sete: rinnovarsi per continuare
Mettiamola così, è stato un successone, oltre ogni attesa, la dodicesima edizione della Festa della Fame e della Sete di Filattiera ha superato ogni previsione e si è ormai imposta almeno all'attenzione regionale, con una lenta ma irrefrenabile crescita anno dopo anno. Già dal pomeriggio dei quattro giorni di festeggiamenti alcuni turisti giravano alla scoperta del borgo. Chiedendo qua e là da dove venissero, le risposte erano Livorno, Chiesina Uzzanese, La Spezia, Pisa, Lucca...
Se giovedì e domenica, e mettiamoci pure venerdì, sono stati nella norma, con comunque più presenze degli anni passati negli stessi giorni, il sabato è stato l'apoteosi. Non si era mai vista così tanta gente a Filattiera. Alle 8 di sera il parcheggio del castello era completo, i tavoli stracolmi, camerieri indaffaratissimi, il borgo di mezzo collassato in poco tempo dopo le undici. La fiumana continuava senza interruzione verso la piazzina di San Giorgio, i fondi letteralmenti presi d'assalto, tavoli sempre pieni, borgo della Chiesa (senza fondi aperti) con un via vai costante.
Una grande soddisfazione per chi in questi anni ha speso il proprio tempo nell'organizzazione anno dopo anno, portando alla scoperta del paese, ricevendo complimenti, sentendosi parte di una comunità, divertendosi. Nonostante
le difficoltà che comporta una festa di questo tipo in mezzo al borgo.

La riflessione che però va fatta dopo il successo del sabato è: come fare per non far diventare la festa vittima del proprio successo? La gente era obbiettivamente troppa e se la stragrande maggioranza era lì solo per divertirsi, la bestia umana non ci sorprende quando il bere dà alla testa: pisciate ovunque, vetri e vasi rotti, sporcizia, canti di ubriachi fino a tarda ora, improvvisate rivalità campanilistiche. Senso di precarietà del sabato, discussioni la domenica. Negli occhi una marea umana.

Il prossimo anno? Da meditare lungamente. Negli ultimi anni si è persa un'occasione. Unire alla festa altre attività di tipo turistico, con il supporto di amministrazione comunali e associazioni locali. Molti chiedevano se era possibile visitare il castello. Miraggio e ardua avventura. Si poteva pensare e si potrebbe pensare per il futuro ad un'apertura straordinaria la mattina e il pomeriggio dei giorni della festa. Quest'anno si sono già organizzate visite turistiche del borgo durante il fine settimana. Si può riproporre? Lo stesso per le visite ai Prati di Logarghena. Si può pensare anche ai prodotti tipici, coinvolgendo anche associazioni di altri paesi limitrofi, una vera finestra di tradizioni e specificità locali (lasciando da parte il Medioevo, ormai inflazionato).
La festa della Fame e della Sete ha raggiunto il massimo e deve rinnovarsi, anche perdendo affluenza e guadagnando in qualità. Gli esempi delle ormai passate feste (bellissme) di Teglia e Castagnetoli insegnano.

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