24 AGOSTO 2008: PONZANO MAGRA E FALCINELLO

Tornando una mattina da Sarzana verso la Lunigiana interna decido di prendere una deviazione prima di Santo Stefano Magra. Dopo Ponzano Magra, (antica terra dei miei avi), giro a destra per Ponzano Superiore. Una volta avevo pensato di arrivarci a piedi da Bibola lungo la Via Francigena, ma a Bibola c'ero stato in macchina tre anni fa per vedere i ruderi del castello e la salita mi aveva impressionato.
Dopo qualche tornante ecco aprirsi il borgo. Trovo parcheggio nella piazzetta del monumento ai caduti e comincio la visita. Le indicazioni sulla Via Francigena e il centro storico si trovano subito all'inizio del paese. È strutturato in forma circolare e le viette voltate portano alla chiesa e al palazzo Remedi, da dove il panorama sulla Val di Magra è unico. Salendo si vedono in alcune maestà murate nelle case e in breve arrivo alla chiesa di San Michele Arcangelo. È chiusa, ma forse l'attrazione principale sono le due lapidi murate nel muro accanto. Da una parte San Giorgio che uccide il drago, simbolo del potere genovese, dall'altro lo stemma con i gigli di Francia, a ricordare il passaggio di Carlo VIII nel 1495 (naturalmente tutte queste informazioni le ho trovate dopo...). Continuo e mi fermo nella piazzetta davanti a Palazzo Remedi con vista sulla Val di Magra. Il palazzo potrebbe essere in migliori condizioni, la vista, nonostante il tempo così così è stupenda: dal mare fino alla Val di Vara.
Torno verso la macchina girando attorno al borgo e ad un tratto spunta un altro paese appollaiato sulla collina. Chiedo ad una signora e mi dice che è Falcinello. Ripasso dalla chiesa e decido di andarlo a visitare. Non si trova lontano da Ponzano Superiore, lungo la strada il sole spunta per un attimo e dopo qualche curva, vedendo anche un cartello che indica il castello della Brina, arrivo a Falcinello.
Da lontano spuntava il campanile della chiesa e poche case. La parte alta del paese è infatti piccolissima, ma non è spopolata, stessa architettura di tanti borghi lunigianesi. In breve sono alla chiesa di San Sebastiano e lì mi aspetta un sorpresa.
Immerso nei miei pensieri, con la macchina fotografica in mano, non mi accorgo del prete che si trova lì accanto e mi chiede "Cosa fotografa?" La mia attenzione era attirata dall'iscrizione sopra il portale. Don Livio, (arzillo novantenne come mi dirà alla fine e che ringrazio da subito), inizia a spiegarmi la storia della chiesa, mi fa vedere la traduzione che ha fatto dell'iscrizione e mi guida all'interno facendomi una visita privata inaspettata e gradita. Mi dice di fare tranquillamente fotografie e di mandargliele mentre mi racconta anche un po' della sua vita.
Sorprese di viaggi lunigianesi.

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