24 MARZO 2008: VILLA PESCIGOLA E LA FORTEZZA DELLA BRUNELLA
Eccoci al secondo e ultimo giorno di queste corte vacanze pasquali in Lunigiana. L'idea (per l'ennesima volta) era di percorrere la Via Francigena o salire a Montecastello sopra Lusignana. Lasciamo stare per il maltempo e decidiamo di visitare Villa Pescigola e i suoi giardini, aperti solo per un breve periodo per la fioritura dei narcisi.
Siamo i soliti noti: Conchy, Andrea, Simone, Giovanni, Paolo e io. Il tempo non promette, ma non piove, tutto è umido e ce ne accorgiamo bene arrivando alla villa, che si trova nei pressi di Cerignano, non lontano da Fivizzano (girare a destra al semaforo principale lungo la SS63 del Cerreto). All'ingresso del giardino ci viene dato una miniguida con una mappa stilizzata della villa. L'entrata è un po' fangosa, così come il parcheggio, per il resto il verde del giardino è perfetto anche se un po' scivoloso.

Subito sulla destra si trova il bel labirinto, forse la parte più scenografica di tutto il complesso, composto da moltissimi narcisi ben ordinati. Salendo appare il corpo principale di Villa Pescigola, di colore rosa, seminascosta da due imponenti cedri del Libano. Seguiamo il percorso consigliato e costeggiamo la villa a destra, accanto a un piccolo stagno con alcuni cigni, per poi scendere per un breve sentiero al cosiddetto teatro, circondato da statue e da un piccolo spiazzo.
Tornando in su verso la villa, siamo sempre circondati da narcisi in fiore multicolore. Passiamo da una bella fontana posta accanto al muro di cinta decorato da statue in stile romano, che attraverso un viale porta al cortile interno.
Sulla nostra sinistra si trova l'oratorio dell'Angelo Custode, mentre a destra il colonnato con il ninfeo decorato a grottesco di spugne. Uscendo dal cortile davanti a noi, arriviamo all'uccelliera, popolata con colombe e pavoni. Chiudiamo il cerchio della nostra visita passeggiando davanti alla villa e scendendo dal labirinto fino alla macchina.

Nonostante gli immancabili mugugni di Andrea per il fango sotto le sue scarpe, siamo tutti contenti e anzi, non paghi, decidiamo fermarci alla fortezza della Brunella sulla strada del ritorno.
Torniamo quindi verso Aulla e seguiamo i cartelli che indicano la strada per la fortezza. Il percorso non è molto agevole, la strada stretta e l'ultima parte sterrata. Ci si può arrivare anche a piedi dal cancello di sotto che chiude alle 18.00. Ci risparmiamo la scarpinata e parcheggiamo comodamento a poca distanza, dove si trova anche un parco. In un attimo siamo all'entrata, preceduta da un camminamento di pietra dove una volta si alzava il ponte levatoio. Suoniamo il campanello e ci accoglie una ragazza giovane che ci spiega il percorso della visita e ci invita a prendere degli opuscoli informativi.
Seguendo i suo consigli riusciamo dalla parte posteriore della fortezza, una volta l'entrata principale e ci giriamo intorno, godendo di una vista nuova di Aulla dall'alto. La Brunella è veramente possente, con i muri a scarpa privi di appigli e le fessure da dove i nemici venivano "accolti" con acqua e olio bollente. La Brunella è un monumento difensivo unico in Lunigiana, costruito per far fronte alle armi da fuoco. Sembra incredibile, ma nessuna notizia certa ci dice chi l'abbia costruita: forse i Malaspina, forse i Centurione, forse il mediceo Giovanni dalle Bande Nere. Fatto sta che fu espugnata, l'ultima volta dagli spagnoli del 1733. Completato il giro esterno, saliamo per uno dei torrioni sulla cima della fortezza. Qua, dopo l'acquisto nel 1916 da parte dei coniugi inglesi Waterfield, venne costruito un giardino pensile, oggi scomparso. Il panorama sulla Lunigiana spazia dalla valle del Taverone a quella dell'Aulella e si intravedono i castelli di Olivola, Bastia, Bibola e Podenzana. Più lontano spunta il paesino di Tendola nel fosdinovese. Dall'alto si nota, ma da una posizione piuttosto defilata la "Madonna della Brunella", una terracotta murata che passa molto inosservata.
Scendiamo adesso per visitare il Museo Naturale della Lunigiana, composto da poche sale dove vengono catalogate specie animali e vegetali tipiche della Lunigiana, alcune conservate in barattoli trasparenti. Curiosiamo velocemente e finito il giro avvisiamo la custode. Come sempre, ne è valsa la pena.

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