12 GENNAIO 2008, IL CASTELLO DELL'AQUILA DI GRAGNOLA
E ci svegliamo con un altro giorno di pioggia, stavolta piu battente, fin dal mattino. Ogni tipo di escursione per sentieri, il vecchio pallino della Via Francigena, viene abolito. Impossibile andare per borghi. Ultima spiaggia, la visita di un bel castello. La scelta cade sul castello dell'Aquila di Gragnola. Chiamiamo prima per assicurarci che sia visitabile nonostante la pioggia e la castellana, la signora Gabriella Girardin Faverio, ci risponde un po' sorpresa. Con quest'acqua d'altronde e arrivando da Pontremoli... Si fa una sana risata ma ci dà la sua disponibilità.
Partiamo allora in cinque, con ormai i fedelissimi Giovanni, Simone, Matteo e ragazza. Il viaggio non è breve, almeno mezz'ora, le condizioni della strada con la pioggia poi non sono delle migliori. Ma eccoci ormai a Gragnola, superiamo il passagggio a livello e dopo le prime case, prendiamo una stretta via sulla sinistra che porta al castello e che diventa presto sterrata. Tre anni fa era in condizioni peggiori e più stretta, adesso si sale agevolmente. Eravamo passati di qua nell'agosto del 2005, il castello era ancora in fase di ristrutturazione e proprio il giorno prima c'era stato un nubifragio che aveva provocato alcuni danni.
La castellana ci accoglie all'ingresso, siamo gli unici visitatori. Ci spiega alcuni passaggi della ristrutturazione, come che l'entrata come la vediamo era completamente coperta e che il castello quando lo vide per la prima volta era solo un ammasso di pietre, molte portate vie durante gli anni.
La visita è molto piacevole e le spiegazioni date con passione, vediamo l'antica cappella, diverse sale, il cortile interno dove si nota l'aggiunta cinquecentesca e naturalmente l'attrazione principale: il "Cavaliere di Gragnola". La sua identità è sconosciuta. Dalle analisi storiche e antropologiche era molto probabilmente un cavaliere o messo di qualche famiglia importante (Malaspina o altri) vissuto tra il 1310 al 1387. Durante i lavori di vennero ritrovate le ossa, con il raro particolare di avere una freccia di balestra conficcata nell'unione di due vertebre giusto dietro la bocca, quando normalmente avrebbe dovuto attraversare di netto il corpo. Il mistero riguarda soprattutto la sua sepoltura. Subito dopo la morte venne immediatamente coperto (l'hanno scoperto dopo aver trovato bozzoli di una mosca particolare) con tutti i crismi (lo dice la posizione delle ossa) e a lui non fa riferimento nessun testo. Venne ucciso? portava un messaggio importante? Fu infilzato per sbaglio?
Dopo questo momento di mistero completiamo la visita del castello salendo nella torre, dove sono state ricavate diverse suite per soggiorni e vacanze, fino in cima. Si vede Gragnola in basso e dall'altra parte i paesini di Alebbio e Luscignano, le Apuane dovrebbero, ma ci sono troppe nuvole basse. Qua scopriamo perchè la torre sembra sempre non finita quando la si vede da lontano. Durante i secoli non venne mai portata a termine e oggi si presenta come allora, secondo testimonianze scritte dell'epoca. Per evitare infiltrazioni d'acqua, il perimetro è stato coperto con materiale isolante. L'acqua è infatti un problema per le pietre, e qui scopriamo anche che nel Medioevo i castelli non avevano le pietre a vista, ma erano intonacati, proprio per evitare che l'acqua ne minasse le strutture.
Finita la visita, sempre con la pioggia come compagna, salutiamo la castellana, veramente molto disponibile.
Fotografie del castello di Gragnola

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