PASQUA IN LUNIGIANA: 6 aprile 2007
Il venerdì Santo è una giornata stupenda. Sole alto nel cielo e neanche una nuvola. Ci svegliamo presto e vista la temperatura decidiamo andare verso le Cinque Terre. La macchina non è il mezzo migliore per arrivarci, ma vogliamo conoscere un po' la Val di Vara durante il percorso. Dal casello di Pontremoli andiamo verso La Spezia e quindi prendiamo direzione Genova al bivio prima del casello di Santo Stefano Magra. La prima uscita è Borghetto Vara-Brugnato dove poi prendiamo a sinistra seguendo il segnale Cinque Terre. Passiamo attraverso diversi paesini, di cui non mi ricordo il nome, Beverino e poi seguiamo sulla sinistra in salita le indicazioni per Monterosso.
Vediamo un cartello che segnala la presenza del castello di Corvara e prendiamo una piccola deviazione. A volte questi cartelli possono essere veramente ingannevoli. Castello!?!?! Nulla da togliere al paesino, con una bella chiesa affrescata (dove lasciando un'elemosina puoi prendere dei piccoli panini all'anice) e le case costruite su una roccia, ma il castello? Saliamo (i castelli sempre sono in alto), ma non vediamo niente, passiamo accanto ad una casa dove sento dei ragazzi parlare tedesco, anche a Corvara... Poi un ammasso di pietre senza forma con alberi in mezzo e materiale di costruzione. Del castello non c'è rimasto praticamente niente. Chiediamo anche a due signori che ridendo ce lo indicano...
Lasciamo Corvara e continuiamo per Monterosso. La strada ha molte curve ed è piacevole. Poi ad un altro bivio, dopo una piccola salita ecco il mare che si presenta davanti a noi. Monterosso è proprio lì sotto e si vede il profilo delle Cinque Terre. Alcune persone fanno trekking lungo la strada, passano poche auto. Prima di iniziare la discesa visitiamo il santuario della Madonna di Soviore. Una comitiva di scout sta pranzando con i fornellini e riposando un po' all'ombra, sembra piena estate. Entriamo nella chiesa, facciamo un giro veloce (non ci sono spiegazioni di nessun tipo) e ammiriamo poi un po' il panorama dall'alto. Risaliti in macchina scendiamo finalmente a Monterosso, l'ultima tratto di strada è un po' stretto ma sempre agevole. Dopo una cinquantina di minuti parcheggiamo all'inizio della via Fegina, dove c'è un parcheggio a pagamento (neanche carissimo) proprio sul mare.
Era da 6 anni che non ci tornavo e comunque i miei ricordi risalgono a una ventina di anni fa quando da bambino passavamo quasi tutto agosto qui. Sveglia alle 8 per prendere il treno delle 9.18 a Villafranca fino a Monterosso, che fermava solo ad Aulla, Santo Stefano e Spezia. Avevamo un ombrellone al bagno dove c'è lo scoglio. Poi il pomeriggio verso le cinque si prendeva il localone per La Spezia, sempre strapieno e poi la coincidenza per Villafranca, che di solito partiva dal binario morto. Un treno bollente, a volte con le panche di legno. Altre volte invece si rimaneva fino alle nove di sera, mangiando una pizza nella parte vecchia e poi con il treno veloce fino a casa.
Comunque, la prima impressione è che la spiaggia si è ridotta e di molto, sarà che è primavera. La parte sabbiosa che andava fino al Gigante poi è stata occupata da un ampliamento del parcheggio (???) mah... C'è molta gente in spiaggia e alcuni fanno anche il bagno, è proprio una giornata stupendo. Camminiamo sul lungomare di Fegina per un tratto e poi scendiamo in spiaggia. Anche lo scoglio mi sembra rimpicciolito di molto, sarà che da bambino vedevo tutto più grande. Ci prendiamo una granita, passiamo sotto la torre Aurora ed entriamo nella parte vecchia. Qua non sembra cambiato nulla, la spiaggia di sabbia con il particciolo, la chiesa di San Giovanni Battista, i carrugi. Molti stranieri ovunque. Visitiamo la chiesa e il vicino oratorio dei Neri e ci perdiamo nella stradine. Non può mancare il tempo per una focaccia e una pizza al taglio al "Frantoio". Passiamo davanti all'oratorio di Santa Croce e poi ritorniamo verso il mare. Ci fermiano al primo stabilimento andando verso la stazione, stanno ristrutturando un po' tutto, ci sediamo nella terrazza con vista mare per pranzare: insalata caprese, gnocchi al pesto e muscoli ripieni. Di più non si può chiedere, relax totale. Ci aggiungiamo anche un gelato e per buttare giù il tutto saliamo al monastero dei Francescani e al cimitero. La salita la ricordavo molto più faticosa, invece è molto piacevole. Davanti a noi la torre Aurora e sotto il bunker della seconda guerra mondiale e una vista che spazia quasi fino a Riomaggiore.
Sono bene visibili Vernazza, Corniglia e Manarola. Giunti alla statua di San Francesco si vede la parte antica di Monterosso alla sinistra e continuiamo a salire fino alla chiesa del monastero, dove entriamo e sentiamo canti gregoriani (non è una cassetta, sembrano proprio i monaci). Saliamo ancora verso il cimitero, che si trova dove sorgeva l'antico castello di Monterosso, si vedono ancora resti di mura. Il campo santo è molto suggestivo, con le lapidi più antiche che mostrano petiche dedicatorie.
Sono le 4 e scendiamo verso la spiaggia di Fegina verso la macchina. Una giornata perfetta. Anche sulla strada del ritorno incontriamo poche macchine, peccato per non avere portato un asciugamano e il costume, sembrava estate piena.
Ormai tornati in Lunigiana, la sera ceniamo da Carolina a Cravilla di Mulazzo, sempre un ottimo posto per la cucina lunigianese: antipasti misti con torta d'erbi e crostoni e testaroli al pesto. Stiamo leggeri.
Il venerdì Santo è una giornata stupenda. Sole alto nel cielo e neanche una nuvola. Ci svegliamo presto e vista la temperatura decidiamo andare verso le Cinque Terre. La macchina non è il mezzo migliore per arrivarci, ma vogliamo conoscere un po' la Val di Vara durante il percorso. Dal casello di Pontremoli andiamo verso La Spezia e quindi prendiamo direzione Genova al bivio prima del casello di Santo Stefano Magra. La prima uscita è Borghetto Vara-Brugnato dove poi prendiamo a sinistra seguendo il segnale Cinque Terre. Passiamo attraverso diversi paesini, di cui non mi ricordo il nome, Beverino e poi seguiamo sulla sinistra in salita le indicazioni per Monterosso.
Vediamo un cartello che segnala la presenza del castello di Corvara e prendiamo una piccola deviazione. A volte questi cartelli possono essere veramente ingannevoli. Castello!?!?! Nulla da togliere al paesino, con una bella chiesa affrescata (dove lasciando un'elemosina puoi prendere dei piccoli panini all'anice) e le case costruite su una roccia, ma il castello? Saliamo (i castelli sempre sono in alto), ma non vediamo niente, passiamo accanto ad una casa dove sento dei ragazzi parlare tedesco, anche a Corvara... Poi un ammasso di pietre senza forma con alberi in mezzo e materiale di costruzione. Del castello non c'è rimasto praticamente niente. Chiediamo anche a due signori che ridendo ce lo indicano...
Lasciamo Corvara e continuiamo per Monterosso. La strada ha molte curve ed è piacevole. Poi ad un altro bivio, dopo una piccola salita ecco il mare che si presenta davanti a noi. Monterosso è proprio lì sotto e si vede il profilo delle Cinque Terre. Alcune persone fanno trekking lungo la strada, passano poche auto. Prima di iniziare la discesa visitiamo il santuario della Madonna di Soviore. Una comitiva di scout sta pranzando con i fornellini e riposando un po' all'ombra, sembra piena estate. Entriamo nella chiesa, facciamo un giro veloce (non ci sono spiegazioni di nessun tipo) e ammiriamo poi un po' il panorama dall'alto. Risaliti in macchina scendiamo finalmente a Monterosso, l'ultima tratto di strada è un po' stretto ma sempre agevole. Dopo una cinquantina di minuti parcheggiamo all'inizio della via Fegina, dove c'è un parcheggio a pagamento (neanche carissimo) proprio sul mare.
Era da 6 anni che non ci tornavo e comunque i miei ricordi risalgono a una ventina di anni fa quando da bambino passavamo quasi tutto agosto qui. Sveglia alle 8 per prendere il treno delle 9.18 a Villafranca fino a Monterosso, che fermava solo ad Aulla, Santo Stefano e Spezia. Avevamo un ombrellone al bagno dove c'è lo scoglio. Poi il pomeriggio verso le cinque si prendeva il localone per La Spezia, sempre strapieno e poi la coincidenza per Villafranca, che di solito partiva dal binario morto. Un treno bollente, a volte con le panche di legno. Altre volte invece si rimaneva fino alle nove di sera, mangiando una pizza nella parte vecchia e poi con il treno veloce fino a casa.
Comunque, la prima impressione è che la spiaggia si è ridotta e di molto, sarà che è primavera. La parte sabbiosa che andava fino al Gigante poi è stata occupata da un ampliamento del parcheggio (???) mah... C'è molta gente in spiaggia e alcuni fanno anche il bagno, è proprio una giornata stupendo. Camminiamo sul lungomare di Fegina per un tratto e poi scendiamo in spiaggia. Anche lo scoglio mi sembra rimpicciolito di molto, sarà che da bambino vedevo tutto più grande. Ci prendiamo una granita, passiamo sotto la torre Aurora ed entriamo nella parte vecchia. Qua non sembra cambiato nulla, la spiaggia di sabbia con il particciolo, la chiesa di San Giovanni Battista, i carrugi. Molti stranieri ovunque. Visitiamo la chiesa e il vicino oratorio dei Neri e ci perdiamo nella stradine. Non può mancare il tempo per una focaccia e una pizza al taglio al "Frantoio". Passiamo davanti all'oratorio di Santa Croce e poi ritorniamo verso il mare. Ci fermiano al primo stabilimento andando verso la stazione, stanno ristrutturando un po' tutto, ci sediamo nella terrazza con vista mare per pranzare: insalata caprese, gnocchi al pesto e muscoli ripieni. Di più non si può chiedere, relax totale. Ci aggiungiamo anche un gelato e per buttare giù il tutto saliamo al monastero dei Francescani e al cimitero. La salita la ricordavo molto più faticosa, invece è molto piacevole. Davanti a noi la torre Aurora e sotto il bunker della seconda guerra mondiale e una vista che spazia quasi fino a Riomaggiore.
Sono bene visibili Vernazza, Corniglia e Manarola. Giunti alla statua di San Francesco si vede la parte antica di Monterosso alla sinistra e continuiamo a salire fino alla chiesa del monastero, dove entriamo e sentiamo canti gregoriani (non è una cassetta, sembrano proprio i monaci). Saliamo ancora verso il cimitero, che si trova dove sorgeva l'antico castello di Monterosso, si vedono ancora resti di mura. Il campo santo è molto suggestivo, con le lapidi più antiche che mostrano petiche dedicatorie.
Sono le 4 e scendiamo verso la spiaggia di Fegina verso la macchina. Una giornata perfetta. Anche sulla strada del ritorno incontriamo poche macchine, peccato per non avere portato un asciugamano e il costume, sembrava estate piena.
Ormai tornati in Lunigiana, la sera ceniamo da Carolina a Cravilla di Mulazzo, sempre un ottimo posto per la cucina lunigianese: antipasti misti con torta d'erbi e crostoni e testaroli al pesto. Stiamo leggeri.
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