Capodanno in Lunigiana: 31 dicembre
Giorno di Capodanno, ancora nessuna notizia sul da farsi la sera. Dopo mezzogiorno cominciano i contatti febbrili per prendere una decisione, ma da subito si vede che non sarà semplice. Si tirano fuori nomi di ristoranti a ripetizione, si fanno chiamate, tutto pieno, tutto occupato. Il Riketz propone un locale a Santo Stefano Magra, con cenone, Claudio, il nostro fotografo prestato dalle terre spagnole, se ne va in isolamento a Castelnuovo Magra, vorrà festeggiare degnamente la chiusura dei 700 anni di Dante in Lunigiana??? Imprevedibile. Altri si dividono ma siamo comunque una decina.
Dopo le due siamo ancora in alto mare, lasciamo in mano la situazione al Riketz e Andrea (aiuto) e partiamo per il bagnonese: itinerario di borghi con ruderi di castelli : Iera, Treschietto e Compione (vabbè, non ci sono ruderi, ma ci vivrà qualcuno?).
Per arrivarci, da Pontremoli si prende la Statale 62 della Cisa, dopo aver superato Filattiera, si percorre il "giarone" (il vialone) che porta a Villafranca. Prima che finisca, si gira a sinistra seguendo i cartelli per Bagnone e si continua dritti, si entra in paese, si passano i bei portali e dopo il ponte sul torrente si gira a sinistra per Treschietto e Iera, ben segnalati.
Arriviamo finalmente a Iera, ma non riusciamo a trovare il castello, ci fermiamo un momento accanto ad un antico mulino ristrutturato, anzi un po' più di un attimo, Claudio è all'opera, il maestro sta fotografando. Ci guardiamo in giro e chiediamo dei ruderi del castello, ma non ci sanno dire niente. Claudio entra allora nel ristorante che si trova lungo la strada, la Nuova Iera, che prima o poi visiteremo. Bisogna continuare lungo la strada e salire verso Compione e su un tornante sulla destra si notano alcuni ruderi.In questo momento ricevo il messaggio lungamente aspettato. Il dado è tratto, stasera ritrovo alle 20.30 per dirigerci alle 21.00 alla Locanda La Lina a Bagnone. Di questo ristorante, della Nuova Iera e degli altri a Bagnone, imprescindibile visitare Bagnonemia il sito a cura di Giovanni Ruggeri, con moltissime informazioni sulla Lunigiana in generale.
Ma torniamo ai ruderi del castello di Iera. Diamo un'occhiata in giro, rimane ben poco dell'antica fortezza, ma i resti di massi qua e là fanno supporre una dimensione ben maggiore. Inoltre una fosca leggenda ci parla di un tremendo marchese e delle sue perversioni. Per chi non ha molto da fare, si può vedere qui sotto due minuti di erba e pietre calpestate.
Finita la visita, continuiamo a salire verso Compione, ci abiterà ancora qualcuno? Noi non vediamo nessuno, ma sicuramente c'è ancora gente. Subito si vede la chiesa di San Leonardo e nel borgo ci sono bei portali in arenaria, inoltre, nonostante la giornata grigia, la vista è stupenda. Come si può vedere qui sotto poi, l'umore non manca comunque. Da Iera si può salire a Compione lungo un bel sentiero, ma informatevi in paese o fate la strada asfaltata che passa tra i castagni. Torniamo indietro verso Iera per visitare il borgo, dal castello la vista del borgo è suggestiva, pietra grigia, tetti rossi e il campanile che spicca nel mezzo. Il borgo è molto caratteristico e ci facciamo un bel giro, tra stemmi in arenaria, viuzze e case in ristrutturazione. Scendiamo quindi a Treschietto, saltato agli onori delle cronache per essere il paese d'origine della madre di Buffon. In questa giornata di ruderi, questi meglio conservati, entriamo nel giardino che circonda il castello e saliamo all'interno di quella che doveva essere una volta il salone, oggi a cielo aperto. Una crudele leggenda parla di un locale don Rodrigo e delle sue scelleretazze proprio qui. Insomma, tra Iera e Treschietto giravano dei bei personaggi nel Medioevo da queste parti...
Piccola parentesi, qui a fianco una foto artistica della cima della torre di Claudio il fotografo. Si sta facendo scuro, anche se sono solo le 4 e mezza e viste le leggende, facciamo un veloce giro del borgo, passiamo da una galleria aperta dove una signora ci racconta un po' di storia locale e arriviamo fino alla chiesa.
Il giro turistico è ormai finito. Riprendiamo il cammino verso casa preparandoci per la serata. Il ritrovo alle 8 e mezza è piovoso e il ritardo assicurato. Riusciamo comunque a trovarci tutti e andiamo alla Locanda La Lina, due volte a Bagnone nello stesso giorno, per un po' toccherà non ritornarci. Non è un cenone, si paga alla carta. Il ristorante si trova nella piazzetta davanti alla chiesa prepositurale, in un bel palazzo affrescato. Ci lasciamo guidare dai tipici piatti lunigianesi e ascoltando i consigli dell'amico Andrea, prendiamo antipasti della zona e affettati vari, bagnati da un Morellino di Scansano. Erano davvero anni e anni che non provavo una torta d'erbi così buona, complimenti alla cuoca e un consiglio a tutti, ancora me ne ricordo il sapore. Il tempo scorre e ci chiediamo se verrà fatto qualcosa per la mezzanotte o se ci manderanno via prima. Le portate viaggiano a buon ritmo. Come primi giostriamo ravioli di castagne, pappardelle al sugo di cinghiale e testaroli al pesto e come secondi, agnello, cotechino e lenticchie. Nel frattemppo ci tranquillizzano, possiamo rimanere anche dopo la mezzanotte e chiediamo allora uno spumante per brindare. Il cameriere, o padrone, ci guarda con gesto di complicità e sorride(??). L'ora si avvicina ed ecco arrivare l'agognata bottiglia... ma... è un moscato! Niente da fare, ce la apre e punto, pensiamo che sarà per non rovinare il bel soffitto, finchè a mezzanotte stappano tutti i tavoli intorno... Vabbè, è capodanno, brindisi, baci e abbracci e dopo un limoncino usciamo e continuiamo la notte tra Pontremoli, Sarzana e ancora Pontremoli.
Giorno di Capodanno, ancora nessuna notizia sul da farsi la sera. Dopo mezzogiorno cominciano i contatti febbrili per prendere una decisione, ma da subito si vede che non sarà semplice. Si tirano fuori nomi di ristoranti a ripetizione, si fanno chiamate, tutto pieno, tutto occupato. Il Riketz propone un locale a Santo Stefano Magra, con cenone, Claudio, il nostro fotografo prestato dalle terre spagnole, se ne va in isolamento a Castelnuovo Magra, vorrà festeggiare degnamente la chiusura dei 700 anni di Dante in Lunigiana??? Imprevedibile. Altri si dividono ma siamo comunque una decina.
Dopo le due siamo ancora in alto mare, lasciamo in mano la situazione al Riketz e Andrea (aiuto) e partiamo per il bagnonese: itinerario di borghi con ruderi di castelli : Iera, Treschietto e Compione (vabbè, non ci sono ruderi, ma ci vivrà qualcuno?).
Per arrivarci, da Pontremoli si prende la Statale 62 della Cisa, dopo aver superato Filattiera, si percorre il "giarone" (il vialone) che porta a Villafranca. Prima che finisca, si gira a sinistra seguendo i cartelli per Bagnone e si continua dritti, si entra in paese, si passano i bei portali e dopo il ponte sul torrente si gira a sinistra per Treschietto e Iera, ben segnalati.
Arriviamo finalmente a Iera, ma non riusciamo a trovare il castello, ci fermiamo un momento accanto ad un antico mulino ristrutturato, anzi un po' più di un attimo, Claudio è all'opera, il maestro sta fotografando. Ci guardiamo in giro e chiediamo dei ruderi del castello, ma non ci sanno dire niente. Claudio entra allora nel ristorante che si trova lungo la strada, la Nuova Iera, che prima o poi visiteremo. Bisogna continuare lungo la strada e salire verso Compione e su un tornante sulla destra si notano alcuni ruderi.In questo momento ricevo il messaggio lungamente aspettato. Il dado è tratto, stasera ritrovo alle 20.30 per dirigerci alle 21.00 alla Locanda La Lina a Bagnone. Di questo ristorante, della Nuova Iera e degli altri a Bagnone, imprescindibile visitare Bagnonemia il sito a cura di Giovanni Ruggeri, con moltissime informazioni sulla Lunigiana in generale.
Ma torniamo ai ruderi del castello di Iera. Diamo un'occhiata in giro, rimane ben poco dell'antica fortezza, ma i resti di massi qua e là fanno supporre una dimensione ben maggiore. Inoltre una fosca leggenda ci parla di un tremendo marchese e delle sue perversioni. Per chi non ha molto da fare, si può vedere qui sotto due minuti di erba e pietre calpestate.
Finita la visita, continuiamo a salire verso Compione, ci abiterà ancora qualcuno? Noi non vediamo nessuno, ma sicuramente c'è ancora gente. Subito si vede la chiesa di San Leonardo e nel borgo ci sono bei portali in arenaria, inoltre, nonostante la giornata grigia, la vista è stupenda. Come si può vedere qui sotto poi, l'umore non manca comunque. Da Iera si può salire a Compione lungo un bel sentiero, ma informatevi in paese o fate la strada asfaltata che passa tra i castagni. Torniamo indietro verso Iera per visitare il borgo, dal castello la vista del borgo è suggestiva, pietra grigia, tetti rossi e il campanile che spicca nel mezzo. Il borgo è molto caratteristico e ci facciamo un bel giro, tra stemmi in arenaria, viuzze e case in ristrutturazione. Scendiamo quindi a Treschietto, saltato agli onori delle cronache per essere il paese d'origine della madre di Buffon. In questa giornata di ruderi, questi meglio conservati, entriamo nel giardino che circonda il castello e saliamo all'interno di quella che doveva essere una volta il salone, oggi a cielo aperto. Una crudele leggenda parla di un locale don Rodrigo e delle sue scelleretazze proprio qui. Insomma, tra Iera e Treschietto giravano dei bei personaggi nel Medioevo da queste parti...
Piccola parentesi, qui a fianco una foto artistica della cima della torre di Claudio il fotografo. Si sta facendo scuro, anche se sono solo le 4 e mezza e viste le leggende, facciamo un veloce giro del borgo, passiamo da una galleria aperta dove una signora ci racconta un po' di storia locale e arriviamo fino alla chiesa.
Il giro turistico è ormai finito. Riprendiamo il cammino verso casa preparandoci per la serata. Il ritrovo alle 8 e mezza è piovoso e il ritardo assicurato. Riusciamo comunque a trovarci tutti e andiamo alla Locanda La Lina, due volte a Bagnone nello stesso giorno, per un po' toccherà non ritornarci. Non è un cenone, si paga alla carta. Il ristorante si trova nella piazzetta davanti alla chiesa prepositurale, in un bel palazzo affrescato. Ci lasciamo guidare dai tipici piatti lunigianesi e ascoltando i consigli dell'amico Andrea, prendiamo antipasti della zona e affettati vari, bagnati da un Morellino di Scansano. Erano davvero anni e anni che non provavo una torta d'erbi così buona, complimenti alla cuoca e un consiglio a tutti, ancora me ne ricordo il sapore. Il tempo scorre e ci chiediamo se verrà fatto qualcosa per la mezzanotte o se ci manderanno via prima. Le portate viaggiano a buon ritmo. Come primi giostriamo ravioli di castagne, pappardelle al sugo di cinghiale e testaroli al pesto e come secondi, agnello, cotechino e lenticchie. Nel frattemppo ci tranquillizzano, possiamo rimanere anche dopo la mezzanotte e chiediamo allora uno spumante per brindare. Il cameriere, o padrone, ci guarda con gesto di complicità e sorride(??). L'ora si avvicina ed ecco arrivare l'agognata bottiglia... ma... è un moscato! Niente da fare, ce la apre e punto, pensiamo che sarà per non rovinare il bel soffitto, finchè a mezzanotte stappano tutti i tavoli intorno... Vabbè, è capodanno, brindisi, baci e abbracci e dopo un limoncino usciamo e continuiamo la notte tra Pontremoli, Sarzana e ancora Pontremoli.
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